“Per visitare Berlino bisogna saper vedere anche quello che non c’è più. Qui gli eventi sono cicatrici sul volto della storia, ma la loro capacità evocativa è intatta. A Berlino nulla è più visibile di ciò che si cerca di cancellare”.
(J B Merian)
Aeroporto di Schönefeld: 18 km dal centro. Salendo sull’airport express, il treno che parte dalla stazione dell’aeroporto, in 30 minuti si raggiungono le principali fermate della capitale, la prima è la Stazione Centrale, quella dello Zoo, di Christiane F, dei ragazzi tossici che hanno fatto la storia. Ritrovarsi a Berlino è un momento di grande impatto e ricerca dell’essenza del luogo.
Città cosmopolita, immensa, dinamica, organizzata e moderna, in cui non manca assolutamente niente. Una delle capitali mondiali dell’architettura odierna, centro di cultura, musei e teatri. Cantiere a cielo aperto da oltre vent’anni, in trasformazione continua, dove le differenze tra i due mondi ideologicamente tanto lontani, oggi riuniti, si vedono ancora.
Berlino Ovest ricorda molto le altre città europee; Berlino est, che è la parte più grande della città, è fatta di palazzi tutti uguali, quale vanto architettonico delle istituzioni comuniste. Qui si vive benissimo e tutto sembra funzionare alla perfezione, inclusi i mezzi di trasporto, sempre in orario. Berlino è una società civile, evoluta, democratica e aperta al progresso che oggi, soprattutto grazie al suo scenario underground, attira migliaia di persone che si riversano nei tanti locali della capitale della nuova Germania unita.
Nazismo, stermini, seconda guerra mondiale e devastazione e poi ancora ripartizione tra comunismo e capitalismo, i due poteri opposti. Berlino vive schiacciata dal peso di questi feroci capitoli della storia dell’umanità, che l’hanno vista totalmente rasa al suolo. Rinasce oggi dalle sue stesse macerie e nel tentativo di cancellare la distruzione sofferta ricostruisce se stessa e quello che c’era prima, antichizzando edifici nuovi per ingannare gli occhi di chi la guarda.
Eppure, riflettendoci, questa città emana una tristezza sconfinata e la sofferenza subita dalla sua popolazione si riflette in ogni luogo.
Il passato la sovrasta e l’intenzione di mantenere nitidi i ricordi delle atrocità di cui è stata vittima e testimone, sembra quasi schiacciarla.
Se è vero che il simbolismo dei colori influenza la nostra percezione, Berlino mi è parsa un insieme di immagini a livello di grigio, sotto un cielo anch’esso dello stesso colore polarizzato. La città è malinconica e parla per simboli, per darci la possibilità di interpretarla nel profondo e scoprirne la vera anima.
“Berlin has always been a proud city. Prouder still was it under the rule of Nazis. But it saw a destruction that still shakes us up when we see the images of a broken Berlin in April 1945. It was not only the German women who were raped. Berlin too was raped”.
Checkpoint Charlie
Ricordo del passato di Berlino, il Checkpoint Charlie era un posto di blocco che divideva le due Germanie e che poteva essere attraversato solo da forze armate, diplomatici e cittadini stranieri.
Oggi è uno dei posti più fotografati dai turisti.
East Side Gallery
East Side Gallery, è il museo a cielo aperto dove resta il maggior tracciato originale del muro di Berlino con la magnifica vista sul fiume Sprea. Graffiti e murales sono stati realizzati lungo il versante Est del muro, luogo su cui era assolutamente vietato scrivere e dipingere.
Qui giunsero nel 1990 un susseguirsi di artisti da 21 paesi. Con quel muro, non divisero soltanto una città a metà, ma una popolazione intera di famiglie che fino al 1989, anno della caduta, hanno rischiato la loro vita nel tentativo di fuggire.
Tips
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